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venerdì 11 luglio 2014
lunedì 24 febbraio 2014
domenica 16 febbraio 2014
il bando e i "banditi"
Il post di ieri è il bando di gara per assegnare la costruzione della centrale in Brusia,il bando è realativo al primo progetto che consisteva nella costruzione di un micro impianto di produzione -energia all'interno di un parco tematico ,insomma un progetto di un parco ricreativo per far felici mamme, babbi e bambini dove si poteva visitare una cascata che pacificava l'animo e una piccola centrale che produceva luce buona. La potenza della turbina in questo progetto è di 37 KV circa e l'impatto ambientale minimo , forse è per questo che non è stata richiesta la valutazione di impatto ambientale che per questi progetti poco invasivi non è richiesta.Nel corso di un'anno o poco più la potenza della turbina è quasi triplicata ,il progetto iniziale completamente stravolto , solo il canone annuo pagato all'amministrazione comunale è rimasto invariato, 1200 euro all'anno per "sbudellare"la Brusia sono una cifra ridicola. E' come se un'impresa vincesse una gara per la costruzione di un parco e poi ci costruisse una fabbrica! Come possa essere avvenuto tutto questo allo stato attuale rimane un mistero ,l'ufficio tecnico del comune di Portico e San Benedetto avrà a dispozizione qualche informazione? Regione ,Provincia e Comunità Montana disporranno di qualche documento segreto?Amga enegia e servizi sono stati autori di un clamoroso colpo di mano? Ad oggi la disponibilità da parte dell'amministrazione pubblica nell'informare i cittadini è stata nulla ,la procura sta indagando e la cascata della Brusia continua a soffrire.
Aurelioraggi
sabato 15 febbraio 2014
giovedì 13 febbraio 2014
invito a "Questa Città"
Invito la redazione di "Questa Città" a tornare ad occuparsi delle vicende della cascata della Brusia,
in attesa...
Cordiali saluti Aurelio Raggi
in attesa...
Cordiali saluti Aurelio Raggi
...da "Questa Città"
31 luglio 2012 | 0 Comments
Intorno a una pozza
Il Montone a Bocconi, un luogo di passaggio nella geografia e nella quotidianità delle persone, fra turismo in espansione e progetti di utilizzo energetico. E, per star tranquilli, i locali che si avventurano sempre di più…
Visita alla pozza della Brusia, a Bocconi, e alle persone che la frequentano in un’assolata domenica di fine settembre.
Quello di cui vi vogliamo parlare è un piccolo ambiente dell’Appennino, quasi un confine, un luogo di passaggio tra la montagna e la collina. Da lì la valle comincia a stringersi, i versanti coperti da fitti boschi incombono sul corso d’acqua che l’ha creata e che, proprio in quel tratto, dà le ultime manifestazioni di vigoria da giovane torrente. Siamo a Bocconi e il fiume si chiama Montone. Anche la comunità del luogo sembra vivere questa condizione di passaggio e, ormai lontane le certezze derivanti dalla tradizionale organizzazione agricola, vede prevalere l’incertezza per ciò che riguarda le direzioni che le si aprono verso differenti visioni e soluzioni per il proprio futuro. Nella seconda metà del 900 la risposta è stata quella di andarsene, e gli abitanti di lì, come la montagna diventa prima o poi collina e viceversa, sono diventati qualcos’altro, così come questa porzione di valle è intanto venuta a cambiare nell’ambiente, nell’economia e nelle forme di socialità. Ma fosse anche rimasta terra di nessuno, a Bocconi ci si vive e ci si ferma, anche solo per un bagno nella pozza della Brusìa. Chissà se questo nome che identifica il ponte in pietra a schiena d’asino che la sovrasta, deriva dal rumore della cascata che l’ha creata e che forma un piccolo anfiteatro roccioso. Certo è che il luogo, anche in una domenica di fine estate in cui la portata del fiume è ridotta, sembra ideale per godersi i piaceri dell’acqua e ritemprarsi al fresco.
Questo posto lo conosco fin da quando ero bambino -dice Raffaele di Rocca San Casciano- e vengo qua più che altro per prendere il sole, fare il bagno, rilassarmi, per il contatto con la natura… Certo che l’acqua è fredda, l’unica è tuffarsi, altrimenti se vai giù piano non ce la fai. È fredda ma è più bello che al mare -afferma un diciottenne faentino. Là ormai l’acqua è sempre tiepida e sporca, qui è pulita. Anche una giovane coppia di Forlì e Castrocaro sostiene di preferire il fiume, perché è un posto tranquillo, lontano dal casino del mare. Qui è l’ideale per rinfrescarsi e stare anche un po’ da soli, passare un paio d’ore tranquilli. Giuliana di Portico completa il quadro. Non ci sono dubbi tra il nostro mare e il fiume. A parte la Bassona, obiettivamente il fiume è un contesto naturalistico migliore, più interessante, vario, con altezze diverse, rocce, nascondigli… Non esiste il più bello, però quando vai la domenica a Portico, alla Brusìa ci devi andare, al fiume il naso lo devi andare a mettere, anche se è un fiumiciattolo, perché è molto importante, è il viatico per la natura.
È chiaro come considerazioni del genere siano diffuse al di là del piccolo campione di interviste raccolto, se si pensa all’affollamento che si crea lungo il fiume nei fine settimana estivi. Difficile comunque stabilire se sia frutto per la maggior parte di una diversa mentalità o se si inquadri nel generale fenomeno di gite e vacanze mordi e fuggi. Con le spiagge libere sempre più residuali, il fiume rappresenta di certo una più comoda e gratuita alternativa al mare. Secondo Giuliana è un cambiamento di tendenza: molta gente che ora va al fiume prima andava al mare. Dicono il mare dei poveri, ma una volta il fiume non era proprio conosciuto, prima si andava tutti al mare, ora la domenica è al fiume. È vero comunque che la gente adesso ha meno soldi e vengono qui anche da Rimini e Ravenna. Io ad esempio alterno -commenta Raffaele- vado al mare durante la settimana ma il sabato e la domenica è meglio qui. Ci metti dieci minuti, al mare ci vuole molto di più, tra scendere a Forlì, poi per Cervia. Mi rilassa venire qui, il è tragitto breve, anche se adesso la domenica è così pieno che fai quasi fatica a sdraiarti. Trovi gente dalla Toscana, e persone originarie di questo posto che però vivono a Milano e Roma. Giuliana aggiunge: Il sabato e la domenica a quelli del posto ora tocca cercarsi gorghi sperduti, meno accessibili, risalendo o scendendo il fiume, posti che non puoi sapere ci siano a meno che tu non conosca il territorio… e lo rispetti. Così i più assidui si trasferiscono a monte, ai “Gorgoni”, luogo più selvaggio, infrascato e impervio da raggiungere. La Brusìa infatti oltre ad essere ormai nota a molti, è facilmente accessibile così da attirare il “grosso” dei visitatori. Questo porta a degli scompensi e addirittura a dei pericoli per chi, specie straniero, non conosce caratteristiche e morfologia del fiume e non ha interesse a farsele raccontare.
Mi ricordo una volta quasi un’invasione di ragazzi dell’Est arrivati in pullmann -racconta Giuliana- 150 persone, casinisti e sprezzanti. Presero possesso del fiume con i ragazzini che erano lì a cercare inutilmente di farli spostare per tuffarsi. Certi turisti non interagiscono, lasciano solo spazzatura e non domandano… Un ragazzo ucraino è morto alla Brusìa per essersi tuffato e aver sbattuto la testa su di un masso crollato dalle pareti circostanti. I turisti di fuori sporcano molto -confermano i titolari del bar ristorante “La Beccona”- ed è la gente del posto, quando passa, a raccogliere l’immondizia. In agosto, durante il week end, sembra di stare a Milano Marittima perché la pozza è bella ed è gratis: ci sono fino a 400 persone che si distribuiscono lungo il fiume. Va detto che noi, qui, lavoriamo grazie ai turisti, peccato che l’area non sia attrezzata come da altre parti. Per esempio manca il barbecue, tutti lo fanno abusivamente. È mancata la capacità di previsione -chiosa Giuliana- e se non prevedo né creo strutture adeguate, a partire dal cestino della spazzatura vicino al fiume, che manca, il territorio viene calpestato. Ma a Bocconi come si vive e come si immagina il proprio paese e la valle? Noi restiamo per la qualità della vita -spiegano gli ancor giovani titolari della “Beccona”- certo, mancano tante comodità, non hai internet, è scomodo per le scuole, ma siamo ancora molto attaccati al luogo. I bambini poi giocano a pallone per strada e puoi stare anche un’ora senza sapere dove sono. Siamo di Portico, ora però abitiamo a Bocconi nonostante qui abbia chiuso anche l’alimentari e se ti serve qualcosa devi per forza prendere la macchina per scendere a Portico. Ci siamo noi col bar che un pochino integriamo… Al di là di tutto ritengono che il problema stia nella mancanza di grosse aziende insediate nel territorio e questo nonostante esperienze controverse come la Pollo del Campo a Santa Sofia. Il bene da coltivare era il turismo! -obbietta Giuliana. La valle è stretta, il territorio fragile. Anche la costruzione del capannone della Bpress ha avuto un impatto: quando poi la fabbrica si è fermata, non era più nemmeno giustificabile con la creazione dei posti di lavoro.
Come a dare conferma delle potenzialità turistiche di questi luoghi arriva il pensiero di alcuni bolognesi, ciclisti da cross, in sosta. Pensiamo che l’Appennino -a parlare è Daria- non abbia niente da invidiare alle Dolomiti o alle Alpi in genere. Noi lo battiamo tutto, da Modena a Cesena. Questa è una zona particolarmente bella, intanto perché mantiene le strade sterrate, bianche, cosa non scontata: un paradiso, per noi. Poi la natura è ancora selvaggia, incontaminata. È bella anche l’Emilia, ma la Romagna la amo particolarmente perché le valli sono molto selvagge e avete conservato anche i paesi, che è difficile se si considera anche che c’è stata la linea gotica e quindi sono stati distrutti e ricostruiti negli anni 50-60. Se andate a vedere Monghidoro, Monzuno, sono un po’ bruttini, invece in Romagna questi paesi qua sono bellissimi, e avete salvaguardato le case-torri, ancora con le tegole in pietra serena… una cosa meravigliosa, complimenti. È però ancora il fiume alla Brusìa il luogo paradigmatico di ogni discorso sul futuro del piccolo paese, perché lì vanno a incontrarsi le prospettive forse più concrete e potenzialmente conflittuali. Su iniziativa del Comune di Portico San Benedetto si intende infatti realizzare una centrale idroelettrica della potenza di circa 37 kilowatt che vada a insediarsi nel vecchio mulino adiacente alla pozza. Sulla centralina non si sa niente – dicono alla “Beccona”- sì, siamo favorevoli all’autosufficienza energetica, ma finché si spendono i soldi pubblici senza continuità, tanto vale non fare niente. Giuliana appare decisamente più preoccupata: temo che il paesaggio venga modificato, se vai alla chiusa di Portico, la trovi stravolta rispetto a com’era prima. Quel microambiente è stato deturpato già abbastanza. Sono interventi di privati, che canalizzano, ma il fiume è di tutti. Sì, pagherà una tassa e la risorsa è rinnovabile, ma come verrà fatto il lavoro? Il mulino, anche se non più al servizio dei tanti poderi che un tempo punteggiavano anche le valli secondarie, potrebbe tornare ad essere una risorsa della comunità, soprattutto se essa beneficerà direttamente dell’energia prodotta. Nel frattempo il bando pubblicato dal Comune rivolto ai privati per la realizzazione e la gestione dell’impianto è scaduto il 23 Novembre 2011 e a parte altre considerazioni tecniche, ci si chiede se la centrale potrà essere compatibile con un fiume ancora risorsa turistica oltre che energetica. Ma soprattutto, dopo che altri paesi più a valle hanno sempre più smarrito il loro rapporto col fiume, riuscirà a rimanere la Brusìa, con la pozza e il ponte, il luogo che ha visto passare la vita di un paese, quasi ne fosse la piazza? E il fiume, la sua acqua, potrà essere ancora una forza ricca di significati, evocativa, o verrà relegata al ruolo di pura risorsa?
(a cura di Giovanni Pasini)
mercoledì 12 febbraio 2014
366 Brusie febbraio 2012
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martedì 11 febbraio 2014
studio di fattibilità per la costruzione di una centrale idroelettrica tesi di laurea di Bersani Matteo correlatore ing.Mauro Massari
http://amslaurea.unibo.it/4705/1/bersani_matteo_tesi.pdf
http://amslaurea.unibo.it/4705/
Più che uno studio questa tesi appare come un vero proprio progetto tutto incentrato sulle attivività di Amga servizi di cui l'ing. Massari è il presidente.Lo studio riguarda la realizzazione di una centrale nei pressi di Fiumana (Predappio) FC . La relazione è davvero esauriente,dati tecnici ,costi,impatto ambientale, a pag 132 la relazione generale,a pag 140 il quadro programmatico con i vincoli ,nella pagina 158 troviamo i dati amministrativi sulla concessione e a pag 111 c'è anche una valutazione dei costi in caso di dismissione dell'impianto.C'è anche un capitolo relativo all'impianto sul torrente Para dove si imputa ad Hera la scarsa resa ed i frequenti guasti dovuti ai pochi finaziamenti erogati.Insomma. Matteo Bersani con l'aiuto dell'ing Massari ha fatto uno splendido lavoro. Se gli stessi parametri si possono applicare alla Brusia non c'è neanche bisogno di cercare i documenti ma ho anche l'impressione che ci siano i termini per un procedimento giudiziario.
AurelioRaggi
http://amslaurea.unibo.it/4705/
Più che uno studio questa tesi appare come un vero proprio progetto tutto incentrato sulle attivività di Amga servizi di cui l'ing. Massari è il presidente.Lo studio riguarda la realizzazione di una centrale nei pressi di Fiumana (Predappio) FC . La relazione è davvero esauriente,dati tecnici ,costi,impatto ambientale, a pag 132 la relazione generale,a pag 140 il quadro programmatico con i vincoli ,nella pagina 158 troviamo i dati amministrativi sulla concessione e a pag 111 c'è anche una valutazione dei costi in caso di dismissione dell'impianto.C'è anche un capitolo relativo all'impianto sul torrente Para dove si imputa ad Hera la scarsa resa ed i frequenti guasti dovuti ai pochi finaziamenti erogati.Insomma. Matteo Bersani con l'aiuto dell'ing Massari ha fatto uno splendido lavoro. Se gli stessi parametri si possono applicare alla Brusia non c'è neanche bisogno di cercare i documenti ma ho anche l'impressione che ci siano i termini per un procedimento giudiziario.
AurelioRaggi
amga energia e servizi
http://www.amgaenergia.it/home
Questo è l'indirizzo web della società che fa capo ai lavori della centrale in Brusia ,Luca Raggi ne è socio. Come si può notare ,l'Amga di San Mauro Pascoli è in ottimi rapporti con le amministrazioni romagnole ,dal sito si può dedurre anche la sua scarsa esperienza nel settore idroelettrico, l'impianto sul torrente Para finanziato da Hera è stato il suo primo progetto e a quanto ne so abbastanza fallimentare.Questo progetto è servito ad introdurre questa società nel settore dell'energia idroelettrica ed alle relative opzioni economiche che ne derivano.Il metodo usato da questa azienda sulla cascata della Brusia e su Cusercoli è palesemente "aggressivo"!
lunedì 10 febbraio 2014
martedì 4 febbraio 2014
assemblea...
Il video che ho postato è quasi l'integrale dell'assemblea popolare del maggio 2012 svoltasi a Bocconi presso il Ristorante la Beccona un'anno prima dell'inizio dei lavori della centrale idroelettrica.,la questione era la messa in sicurezza del ponte della Brusia.Dopo una denuncia da parte dei proprietari del Raggio l'amministrazione si era trovata nella condizione di prendere dei provvedimenti ,un parapetto sembrava l'unica soluzione, la comunità bocconese aveva espresso parere negativo ed il sindaco Mirko Betti aveva indetto un'assemblea pubblica.Ciò che emerge da questa assemblea è un forte senso di democrazia ,confronto, scontri ,condivisione,decisa salvaguardia ambientale,quanto di meglio ci si può aspettare per affrontare una questione che stava a cuore a tutti i paesani.Dove sia finita tutta questa democrazia con l'inizio dei lavori della centrale viene da domandarselo.Cosa ha portato l'amministrazione ad un deciso cambio di direzione?dall'inizio dei lavori quando a Bocconi ferveva una discussione molto accesa e si sono scatenate delle proteste l'amministrazione ha rifiutato ogni incontro ,il progetto non si è visto ne tanto meno la descrizione della variante che ha portato al potenziamento della centrale ,dei conti economici relativi alla suddetta centrale non è nota una cifra.Cosa è successo in questo arco di tempo? La "storia" del parapetto è stato un prestesto per rassicurare i cittadini e fare poi quello che si voleva? non vogliamo pensare male e siamo convinti che questo autoritario cambio di direzione si sia verificato per cause imprescindibili dettate dal "divino".Ciò su cui continuiamo ad interrogarci è perchè alla comunità è stata negata un briciolo di partecipazione, visto e considerato che da tutto questo progetto che imprigiona la Brusia il popolo bocconese non trae nessun "beneficio"!
AurelioRaggi
AurelioRaggi
domenica 2 febbraio 2014
giovedì 30 gennaio 2014
Brusia blues
Ricomincio a comunicare con questo piccolo lamento per la Brusia. La vicenda della cascata della Brusia è tristemente nota, uno dei luoghi più magici della vallata del fiume Montone è stato crudelmente violato, quella che doveva essere una una centrale di produzione di energia a basso impatto ambientale si è rivelata un'opera di urbanizzazione pesante , lastricata la foce del fosso di Valmaggiore che dava sulla cascata ,spazzata via la sorgente del Bottaccio,ristoro dei bagnanti, per fare posto alla turbina, chiuso l'acceso che portava ai piedi della cascata, decine di metri cubi di cemento armato a far grasso a tecnici e imprese! Tutto questo in nome della green economy ,una vicenda che sa tanto di pale eoliche sull'orizzonte siciliano! In un rimando di responsabilità lo scempio si è compiuto, la debole comunità bocconese ha perso il bene più prezioso che aveva, e credo che tutti coloro che l'hanno visitata e l'amavano si sentano "mutilati".Le istituzioni che tanto fraternamente ci avevano assicurato sull'esito del progetto ci hanno tradito... in nome di un profitto politico? di un profitto economico?
Vorrei raccontare questa vicenda di questa cupa Italia sulle pagine di questo blog che porta il nome di Brusia ,per cercare un pò di luce, per dare sollievo alla mia coscienza afflitta
AurelioRaggi
idea video Davide Zannetti
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